La realtà aumentata, come abbiamo raccontato in diverse occasioni, rappresenta una tecnologia capace di migliorare in maniera significativa la competitività e la produttività del mondo industriale, tanto da essere una delle applicazioni chiave dello Smart Manufaturing e di Industria 4.0.
Come noto, si tratta di una tecnologia che sovrappone immagini generate al computer a quelle dell’ambiente reale, aiutando l’utente ad analizzare la situazione che lo circonda in modo più dettagliato e ricco di informazioni.
Concretamente, dopo aver catturato l’input dai dispositivi, l’applicazione AR riconosce il target, elabora l’immagine e la arricchisce con dati, video e audio che possono supportare l’utente nella sua attività.
Come funziona la Realtà aumentata
Da questa breve spiegazione si può comprendere come la realtà aumentata abbia un cuore principalmente software, che consente di sovrapporre informazioni visuali aggiuntive alla realtà che possiamo osservare con i nostri occhi.
Ma queste informazioni aggiuntive devono essere necessariamente visualizzate da qualche parte o attraverso qualche strumento/dispositivo, dunque anche l’hardware riveste un ruolo importante.
Anzi, è possibile affermare che soltanto l’ottimale combinazione di hardware e software può consentire, specialmente in ambito industriale, di dare vita a dei progetti di AR ben riusciti ed efficaci.
La prima immagine che ci viene in mente quando parliamo di dispositivi per la realtà aumentata in questo comparto è rappresentata dagli occhiali intelligenti, come ad esempio gli Hololens di Microsoft, che permettono agli operatori di ricevere le informazioni aggiuntive direttamente sul proprio campo visivo, lasciando però libere le mani, magari per manipolare attrezzature di varia natura o interagire con i manufatti.
Questa immagine costituisce senz’altro il caso più avanzato e innovativo di device per la realtà aumentata, ma non rappresenta certo l’unica possibilità a disposizione delle imprese industriali, che possono utilizzare anche altre tipologie di dispositivi per abilitare i software AR.
Quanti tipi di dispositivi AR?
Partendo dal livello più basso, alcuni operatori offrono sul mercato applicazioni di manualistica interattiva per l’assemblaggio e la manutenzione, che erroneamente vengono spacciate come Realtà aumentata.
In realtà, in questi casi si può al massimo parlare di cataloghi navigabili e multimediali, dal momento che non c’è un legame diretto fra quanto visto nel manuale ed il pezzo reale su cui gli operatori stanno lavorando.
Al livello più elevato, come abbiamo accennato in precedenza, ci sono gli occhiali intelligenti e i display AR, che – oltre alle mani libere – assicurano la disponibilità di informazioni contestualizzate, una maggiore standardizzazione del flusso di lavoro, nonché la disponibilità per l’assistenza in vivavoce.
Questo tipo di dispositivi, tecnicamente noti come Visual Input Enabled Wearable (VIEW), possono risultare particolarmente utili negli scenari pick-and-place, in cui i lavoratori devono tenere le mani libere e gli occhi concentrati sul compito da svolgere.
In particolare, questi dispositivi possono facilitare l’interazione e assistenza su questioni complesse, rendendo persino possibile la formazione a distanza.
D’altro canto, però, l’uso degli occhiali intelligenti e dei display in un ambiente industriale rischia di andare incontro a delle problematiche, soprattutto dal punto di vista della sicurezza sul lavoro: l’uso obbligatorio di caschi o altri strumenti di protezione potrebbe infatti essere incompatibile con questi device. Inoltre, non va sottovalutato il fattore costo: mettere in atto un progetto di realtà aumentata con l’utilizzo di questi dispositivi può comportare dei costi elevati, dunque le aziende devono ponderare con attenzione questa possibilità.
Anche perché sul mercato sono disponibili numerose applicazioni per la realtà aumentata in ambito industriale che possono funzionare grazie a strumenti hardware meno evoluti, come Smartphone e tablet. Che, hanno certo l’inconveniente di tenere occupate le mani dell’operatore ma che, d’altra parte, garantiscono una maggiore immediatezza e semplicità di utilizzo, oltre che un costo complessivo decisamente inferiore.
Rendendo possibile l’implementazione di progetti AR anche a realtà meno strutturate, con il coinvolgimento di un numero di dipendenti superiore.
Come applicare la realtà aumentata nel settore industriale
Un caso classico d’utilizzo è quello della manutenzione industriale: dopo aver inquadrato il macchinario con il palmare, le applicazioni di realtà aumentata possono aiutare a identificare gli oggetti rilevanti per il funzionamento dello stesso, nonché a individuare visivamente i parametri non ottimali, magari con il supporto di un esperto collegato da remoto.
L’intervento di manutenzione vero e proprio potrà poi essere svolto in un secondo momento, ovviamente a mani libere. Insomma, la scelta dei device destinati alla realtà aumentata va sempre calibrata in relazione agli effettivi progetti e necessità di ciascuna impresa.