Cosa si può proporre ad un utente che ha ormai visto tutto – e che non si stupisce più di nulla – per convincerlo a comprare da te e non dalla concorrenza? Una soluzione vincente è la mixed reality.
Cos’è la mixed reality
Immagina di essere Tony Stark e di ricreare digitalmente la copia del modellino della città idealizzata da tuo padre e… scoprire un nuovo elemento!
Al di là dei film e del mondo Marvel, la realtà non si discosta poi di molto: la mixed reality è, infatti, il risultato dell’unione di mondo fisico e mondo digitale, un’evoluzione dell’ambiente reale che viene migliorato e potenziato da elementi non presenti fisicamente, ma con cui è possibile interagire tramite sensori e dispositivi appositi, come smartphone, tablet e smart glasses.
La mixed reality può essere considerata una versione potenziata della realtà aumentata, o Augmented Reality con alcune differenze: l’AR interagisce con la realtà attraverso lo schermo di un telefono o di un tablet con cui è possibile mostrare caratteristiche, funzionalità e utilizzi di un oggetto o un’immagine di prodotto altrimenti inerme.
La mixed reality compie, invece, il passo successivo e permette, attraverso l’ausilio di visori e altri strumenti di supporto, di visionare le rappresentazioni olografiche di un oggetto e di interagire direttamente con questa versione digitale.
Esempi di Mixed Reality
Nel Design
Ford è stata tra le prime case automobilistiche ad utilizzare la realtà mista in azienda per permette a ingegneri e progettisti di utilizzarla in combinazione con i tradizionali prototipi in argilla e i modelli esistenti per una progettazione più rapida e a costi minori.
Il vantaggio di questo approccio è che, nonostante il modello fisico in argilla sia ancora utilizzato, la realtà mista elimina la necessità di dover ricreare un nuovo prototipo per ogni cambiamento apportato al progetto.
Il singolo prototipo di argilla diventa, così, la base per un numero infinito di idee progettuali.
In ambito medico
Nulla batte lo studio anatomico fatto su un vero corpo umano, però come ausilio ulteriore, la mixed reality consente studi più approfonditi: gli studenti della Case Western Reserve University di Cleveland studiano anatomia utilizzando un’immagine 3D a grandezza naturale: la possono osservare da più angolazioni camminandoci intorno, possono modificarla e sezionarla con pochi gesti e possono esaminare anche punti ostruiti o poco visibili, cosa difficilmente fattibile con un vero corpo umano, al quale talvolta è necessario rimuovere un organo per vederne un altro.
Nel marketing e nelle vendite
Per questo caso, riportiamo un esempio che conosciamo particolarmente bene, il nostro!
Dgroove ha sviluppato una soluzione modulare e customizzabile che consente di presentare il catalogo prodotti aziendale in modo innovativo: il D-Catalogue.
D-Catalogue fa interagire l’utente con i modelli in 3D a dimensione naturale dei prodotti o dei macchinari aziendali proiettati nell’ambiente reale e permette di visionare non solamente le sue funzioni, ma anche la meccanica interna e l’elettronica a bordo.
In questo modo, un potenziale cliente sa già cosa aspettarsi sia dall’utilizzo del determinato prodotto in vendita che dalla sua manutenzione, senza sorprese. Chiudere un affare non è mai stato così semplice.
La mixed reality aiuta a vendere di più
Le dimostrazioni virtuali e interattive sono una tecnologia emergente per chi opera nel settore del marketing poiché permettono di far capire a fondo il funzionamento e le potenzialità di ogni prodotto senza la necessità fisica di vederlo in funzione.
Pensiamo al banale processo di andare a fare shopping: scegliere una maglietta, abbinarla ad un paio di jeans e alle scarpe, provare il tutto, valutare il risultato, provare altre combinazioni e poi acquistare.
Alcuni grandi magazzini mettono a disposizione delle applicazioni di realtà mista – e in molti casi anche la realtà aumentata, per smartphone che ti permettono di creare un outfit e “indossarlo” virtualmente, riducendo così il tempo di prova e, di fatto, il tempo che passa tra la valutazione del prodotto e l’acquisto finale.
Applicato al mondo delle vendite B2B, in cui i rapporti di vendita possono durare mesi, il potenziale aumenta: significa minimizzare il tempo che i clienti impiegano per conoscere le specifiche del prodotto o del macchinario e concludere l’affare prima.